Turnaround & Restructuring
Turnaround & Transformation Survey: limitarsi a gestire le passività è solo una soluzione temporanea. Lo afferma il 97% degli esperti del settore secondo l’ultima indagine di AlixPartners
Oltre la metà degli esperti di Turnaround & Restructuring afferma che rimandare le uscite di cassa tramite modifiche ed estensioni dei termini dell’indebitamento o esercizi più articolati di liability management sono soluzioni temporanee che non funzionano se le aziende non affrontano contemporaneamente i problemi operativi di base. È quanto emerge dalla 19a edizione del Turnaround & Transformation Survey di AlixPartners
Milano, 29 luglio 2024 – La società di consulenza globale AlixPartners ha annunciato i risultati del suo XIX sondaggio annuale in ambito Turnaround & Transformation, da cui emerge che gli executive leader attivi in questo settore continuano a considerare l'elevato costo del capitale come uno dei principali fattori di crisi e difficoltà per le aziende. Inoltre, i conflitti globali in corso, i cambiamenti nelle preferenze dei consumatori e l’ascesa dell’intelligenza artificiale rappresentano fattori di cambiamento strutturale che vanno ad aumentare i rischi di crisi aziendale.
Nel mercato dei leveraged loan e del debito high yield si profilano numerose scadenze per il triennio 2025-2027 e una parte delle società coinvolte sarà in difficoltà in merito alla propria capacità di rifinanziare/ristrutturare il debito. Limitarsi a rimandare le uscite di cassa e a posticipare le scadenze dei prestiti contratti significa procrastinare e non affrontare veramente le sfide operative di un'azienda.
Procrastinare non è una strategia vincente
Oltre un terzo degli esperti di turnaround prevede che la maggior parte delle aziende in difficoltà che hanno posticipato l’insorgenza di un fabbisogno di cassa attraverso esercizi di liability management o raccogliendo capitale aggiuntivo nel 2023 e nel 2024 si troveranno nuovamente in difficoltà nei prossimi tre anni. Le aziende che si sono limitate a lavorare sull’allungamento delle scadenze dell’indebitamento senza affrontare i problemi della propria attività attraverso interventi sui fondamentali del business, di miglioramento operativo e di recupero di efficienza, rischiano di ritrovarsi ben presto con le spalle al muro.
“Anche se non vedo in prospettiva picchi di attività di ristrutturazione come successo per la crisi finanziaria globale o la recente pandemia, mi aspetto che l’attuale tendenza all’intensificazione dell’attività continui per i prossimi due o tre anni. La cosa più importante per il management che si trova ad affrontare questo difficile contesto di ingente costo del capitale è essere realistici riguardo alle previsioni dei costi per servire il debito e riconoscere la crescente pressione che questi avranno sulla liquidità” ha commentato Mauro Trabatti, Partner & Managing Director del team Turnaround & Restructuring di AlixPartners.
Il costo del capitale continuerà a crescere
L’82% – in calo però rispetto al 98% del 2023 – degli intervistati (il 70% per l’Italia) prevede che il costo del capitale di prestito rimarrà ai livelli attuali o aumenterà ulteriormente. Solo il 18% (il 30% per l’Italia) si aspetta una diminuzione. Il 28% degli intervistati afferma che la disponibilità di capitale aumenterà nel 2024, una percentuale in crescita rispetto al 6% del 2023, quando il 67% degli intervistati dichiarava che la disponibilità di capitale sarebbe diminuita (opinione mantenuta nel 2024 solo dal 22% degli intervistati). Sembra esserci dunque, nonostante tutto, un piccolo spiraglio di ottimismo.
Distressed M&A in aumento
Una maggioranza significativa (72%) degli intervistati afferma che le aziende stanno pianificando rifinanziamenti o la vendita di asset per raccogliere liquidità per ripagare i debiti e ridurre possibili rischi finanziari (come l’esaurimento della liquidità o l’inadempienza dei debiti). Le vendite di asset potrebbero presentarsi sotto forma di carveout e spin-off, con un conseguente aumento delle operazioni straordinarie. A tal proposito, il 65% ritiene che quest'anno le operazioni di distressed M&A aumenteranno.
Principali driver di crisi e ristrutturazioni nel 2024
La disponibilità o il costo del capitale, l’instabilità geopolitica e l’inflazione sono considerati i principali fattori di stress per le aziende a livello globale, a cui si aggiunge per l’Italia anche l’incapacità da parte del management di incidere sulla risoluzione delle problematiche. L’instabilità geopolitica è considerata la principale sfida per l'economia globale nel lungo termine. Il 74% degli intervistati ritiene che le tensioni tra Stati Uniti e Cina porteranno direttamente a un aumento delle difficoltà per le aziende, mentre l’impatto dei tassi di interesse, del cambiamento climatico e dell’inflazione è in diminuzione. Ad esempio, solo l’11,3% degli intervistati italiani, (in linea con la media globale), ha affermato che i cambiamenti climatici sono la sfida più grande con conseguenze economiche a lungo termine per il mercato globale, mentre maggior peso (19%, contro una media globale dell’8%) viene dato all’impatto dei cambiamenti demografici in atto.
Nel novero degli intervistati, con una percentuale del 49% rispetto a una media globale del 31%, l’Italia spicca per aver individuato negli investimenti tecnologici un’altra importante sfida per le aziende che si trovano in situazioni di crisi o nel mezzo di processi di ristrutturazione.
“In una situazione macroeconomica di contrazione demografica e di produttività stagnante, l'adozione di tecnologie è l'unica strada percorribile e il rischio che l'aumento del costo del capitale influisca sugli investimenti e sull'adozione di tecnologia è un problema contingente” afferma Mauro Trabatti. “Una visione di lungo termine da parte degli investitori privati nel finanziare la trasformazione tecnologica per creare valore e sostenere la crescita delle aziende sarà cruciale.”
Nessun segnale di allentamento della tensione nei mercati finanziari. Il private credit potrebbe colmare il gap finanziario
Le prospettive degli esperti di turnaround per quanto riguarda le condizioni di finanziamento/credito rimangono ben poco rosee. Il 47% (32% per l’Italia) ritiene infatti che scadenze e requisiti di accesso al credito diventeranno più restrittivi nei prossimi 12 mesi – in miglioramento però rispetto allo scorso anno, quando l'85% degli intervistati riteneva che le condizioni di credito sarebbero state più restrittive nell'anno a venire. Secondo l’indagine, rispetto allo scorso anno, quest’anno è diminuito il numero delle aziende che sfrutta il mercato dei capitali per avere maggiore liquidità, in primis in Italia dove ben il 56% degli intervistati (contro una media globale del 38%) ha affermato che meno di un’azienda su quattro ne ha fatto ricorso nel 2024. L’inasprimento delle condizioni di erogazione e la diminuzione di disponibilità di credito bancario stanno favorendo la crescita del private credit. L’87% degli intervistati ritiene che la disponibilità di private credit aumenterà o rimarrà stabile rispetto al 2023.
“La capacità delle imprese di rifinanziare i debiti assistiti da garanzia pubblica (SACE/MCC) sostituendoli con prestiti privi di tale garanzia comporterà la necessità di maggiore attenzione alla qualità dei piani e alla generazione di cassa stabile” afferma Paolo Rinaldi, Partner & Managing Director del team Turnaround & Restructuring di AlixPartners. “La qualità e la tempestività delle informazioni disponibili per la valutazione del merito creditizio da parte dei lenders sarà determinante per sostenere le strategie di crescita delle imprese private”.
Continuano le difficoltà per il settore immobiliare commerciale
Come nel 2023, il Commercial Real Estate rimane il settore che probabilmente più di ogni altro nel 2024 dovrà affrontare difficoltà a livello globale. Il 57% degli intervistati prevede infatti che il settore continuerà ad affrontare un'enorme pressione, seguito da Retail (41%) e Automotive (34%). Per quanto riguarda l’Italia, le maggiori preoccupazioni rimangono legate alla filiera dell’Automotive e al settore Retail.
Metodologia
La ricerca per la 19a edizione del Turnaround & Transformation Survey di AlixPartners è stata condotta a maggio 2024. Sono stati intervistati oltre 700 avvocati, investment banker, finanziatori, consulenti finanziari e altri dirigenti del settore coinvolti in operazioni societarie, in rappresentanza di oltre 20 settori industriali in America, Europa, Medio Oriente, Africa e Asia.
Per ulteriori informazioni sulla ricerca, visitare il sito web qui.
A proposito di AlixPartners
AlixPartners è una società di consulenza leader a livello globale, che da oltre 40 anni supporta aziende e investitori nel rispondere in modo rapido ed efficace alle sfide più critiche, sia che si tratti di migliorare le performance o sviluppare piani di crescita, sia che questo comporti la gestione di trasformazioni operative, finanziarie o digitali. Con oltre 2500 professionisti e 25 sedi in tutto il mondo, affianca i propri clienti dalla fase di analisi a quella di implementazione, misurando il successo in termini di risultati concreti ottenuti. È presente in Italia dal 2003, dove oggi conta un team di oltre 60 consulenti, attivi in molteplici settori industriali, tra cui Automotive, Aerospace, Consumer Goods & Retail, Private Equity, TMT e Digital.
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